venerdì 22 maggio 2009

2ANALISI STRORICO CRITICA_Le fasi del design e in particolare della poltrona

  • GRAN BRETAGNA_L' Art Nouveau
La culla di questo revisionismo estetico fu la Gran Bretagna, luogo ricco di esperienze artistiche dove ragionamenti pro-industria (Dresser) e anti-industriali (Morris), accumunati dall' importanza della linea, si erano confrontati.
Il nuovo stile si strutturò intorno all' attività dell' azienda londinese Liberty & Co. , specializzata nell' importazione di prodotti orientali e a coloro che ne presero parte per la progettazione di mobili: Dresser e Charles Rennie Mackintosh.
Quest' ultimo interpretò la nuava tendenza in modo originale, preferendo al linearismo astratto forme rettilinee
combinate secondo un armonioso geometrismo.

"Osservando questo design, noto un lato della sedia particolarmente evidenziato.
Il geometrismo dello schienale mi ricorda in parte l' arte orientale(abitazioni giapponesi), ma più chiaramente e semplicemente forme geometriche elementari.
Per dare importanza allo schienale il resto della struttura è ridotta all' essenziale.
Dominante nel design più della funzione, che comunque viene esplicata, è l' effetto ottico determinato dalle linee rette ed evidenziato attraverso la seduta che è più ampia nella parte anteriore e conferisce un senso prospettico.
Più che il frutto di un designer, mi sembra il frutto di uno stilista."
sedia 1928

2 commenti:

  1. Molto interessanti le tue osservazioni su Morris (l'accostamento tra il seggio e il castello di Chiaramontano è veramente stimolante per capire il lavoro di Morris) e Mackintosh (è vero, la geometria sopra a tutto, al di là di ogni commisurazione alla funzione! Confesso che il lavoro di Mackintosh non mi è mai piaciuto e che la sua retorica stilistica sovrasta i riferimenti all'architettura giapponese. Si, Mackintosh è stato uno stilista, non un creativo come lo si intende oggi. I suoi arredi sono "cupi" e sono diventati pretenziosi simboli di una cultura "alta" (una delle culture alte) per classi neoborghesi cresciute più sui commerci che nelle università. Ho trovato questo arredamento in casa di uno dei nostri docenti di Firenze, mostrato sfacciatamente - anche a prezzo della praticità - più per amore del lusso che della cultura (da tempo c'è questa inversione di valori di riferimento: invece che sfoggiare cultura ci si vanta di possedere - non importa se capendo o meno cosa si ha - icone della ricchezza accumulata dal mondo mercantile, in modo da apparire, più che essere).
    Una nota: è difficile commentare tutto il post, che è molto ampio... quando sarrebbe meglio discutere passo per passo, esempio per esempio, se il contenuto fosse diviso in più articoli.
    Comunque, i miei complimenti!

    Gio

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  2. Molto interessanti le tue osservazioni su Morris (l'accostamento tra il seggio e il castello di Chiaramontano è veramente stimolante per capire il lavoro di Morris) e Mackintosh (è vero, la geometria sopra a tutto, al di là di ogni commisurazione alla funzione! Confesso che il lavoro di Mackintosh non mi è mai piaciuto e che la sua retorica stilistica sovrasta i riferimenti all'architettura giapponese. Si, Mackintosh è stato uno stilista, non un creativo come lo si intende oggi. I suoi arredi sono "cupi" e sono diventati pretenziosi simboli di una cultura "alta" (una delle culture alte) per classi neoborghesi cresciute più sui commerci che nelle università. Ho trovato questo arredamento in casa di uno dei nostri docenti di Firenze, mostrato sfacciatamente - anche a prezzo della praticità - più per amore del lusso che della cultura (da tempo c'è questa inversione di valori di riferimento: invece che sfoggiare cultura ci si vanta di possedere - non importa se capendo o meno cosa si ha - icone della ricchezza accumulata dal mondo mercantile, in modo da apparire, più che essere).
    Una nota: è difficile commentare tutto il post, che è molto ampio... quando sarrebbe meglio discutere passo per passo, esempio per esempio, se il contenuto fosse diviso in più articoli.
    Comunque, i miei complimenti!

    Gio

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